Alessandro Moreschini - Poeta

Oltre il suono delle parole...

SAZIO D’ERBE AMARE

Moreschini ha pubblicato un nuovo libro di poesie con un editore stavolta lontano, veneto, non a caso. La differenza con il precedente “ Camminare” è in una maggiore apertura verso l’esterno con la conseguenza di un arricchimento, in profondità del suo messaggio; il libro che ha come titolo “ Sazio d’erbe amare”, è diviso in sezioni –Vibrazioni di solitudine, fili di luce, colloqui, di giorno in giorno, -sezioni che presenziano a passaggi nji9jnlogici di una esistenza tesa, alla scoperta, sempre dovunque.

La solitudine si fa partecipazione ai fatti dell’umanità, la solitudine inserisce una tensione all’altrove, all’oltre, all’essere in cui Sandro crede, o perlomeno aspira a conoscere però attraverso la vita, il dolore, qualche volta il sorriso.

Così se il poeta si accorge di poter riconoscersi come: ” strada di città il mattino dopo la fiera”, la sua non diventa circolarità del dolore, ma punto di partenza per la ricerca della testimonianza del vicino, del sofferente, del fratello, e può arrivare a cantare il sacrificio di un eroe alla poesia dedicata ad Allende, certo che la sua causa e la sua vita che continua anche adesso fra noi, non sono oggetto di canto per una porzione di umanità, ma per tutta l’umanità, se di essa si vuole dare l’accezione letterale, di un uomo nella sua interezza E l’aspirazione all’altro non nasce da una serena contemplazione del mistero, ma da una volontà di trovarlo nella presenza del mondo, dell’errore e dello sforzo serrato e umano   il Cristo di Moreschini è il Cristo degli abissi, la ricerca continua del contenuto ultimo, tutta qui ora, dentro l’uomo.

Nessuno vuole fare di Sandro un eretico, o un modernista: io posso solo dire che il senso della sua poesia è ancorato al presente ed è tutto pieno di contributi che il mondo può dare solo se lo si vive con ansietà e con tormento. Non è quindi il distacco verbalizzatore dei fatti mortali visti dal monte della purezza. E’ viceversa il diario dall’interno della melma, dove una precisa collocazione stilistica non porta per questo il poeta ad un approccio di tipo avanguadistico o maledettistico o negativistico: la sua poesia se analizzata nella forma è riallacciabile ad una scuola classicistica se pure venata dagli effetti di certo decadentismo ligure e di certo ermetismo rivisto e corretto con un appoggio maggiore sull’estensione del periodo.

E’ una poesia scarnificata ma non regredita del tutto a livelli di rarefazione estrema. Leggendola si ha la sensazione del coinciso, del lavorato, dell’essenzializzato, ma lo si comprende con facilità se lo si penetra nel contenuto immediato. Nulla di estremizzato formalmente quindi, una forma ricca di accordi, noti o meno, con influenze necessarie e ben collocate. Moreschini non è per la modernità ricercata, allora, ma per la ricerca di se stesso all’interno del tempo. E gli esiti stilistici se non sono moderni nel senso di rottura, lo sono nel senso di una continuità con una tradizione sicura ma che permette al nostro di esprimere l’adesso, l’esistenza.

Marco TESTI Periodico: TIVOLI –Domani

 

 

Moreschini, che ho conosciuto a Roma tramite il comune amico Umberto Marvardi, come affermaquest’ultimo, è un poeta vero che riesce a cantare sia nella lingua italiana che nel vernacolo del suo paese nativo. Ho letto con piacere il suo Sazio d’erbe amare, cosi pure, anche se con difficoltà, il “Cuturuni cuturuni pella pallatana..

Carlo Betocchi

POESIE DI ALESSANDRO MORESCHINI “ SAZIO D’ERBE AMARE”

Alessandro Moreschini si ripresenta all’attenzione del pubblico con un nuovo volume di versi: Sazio D’erbe Amare pubblicato da Pier Luigi Rebellato-Editore.

…Con questa seconda opera il poeta Moreschini sa dare al lettore la misura piena della sua ispirazione e del suo estro poetico come in questi versi” Seguirò la strada degli uccelli/ migratori nel bianco/sorriso delle nevi/nel ritmo frenetico/di tante ali../ prenderò le loro sembianze/variopinte e il loro canto, il loro sole/ sarà anche il mio.”Ci troviamo come si vede al cospetto di un poeta il quale conosce il valore ideale della poesia, e sa presentarcela con un linguaggio chiaro ed accessibile come nella poesia “Tu, Chiara, come la luna/ ed io Francesco/ come il sole”.

Giuseppe BUCCELLA Periodico dell’Aquila.

SULLA POESIA DI ALESSANDRO MORESCHINI

Ho letto la raccolta di poesie “Sazio d’erbe amare” tutta di un fiato godendo dell’armonia di quel verso scarno e musicale e assaporando immagini fresche ed immediate come una pioggia estiva che spegne l’arsura e purifica l’aria. Poi, dopo aver letto alcune recensioni sull’opera, per evidenziare la poetica moreschiniana. E, nella rilettura ho scoperto che la scarna semplicità del suo verso è il frutto di un diuturno travaglio culturale, di una cultura che non è libresca, ma purificata e sublimata nel crogiuolo di una vita e di una sofferenza accettata con gioiosa speranza e fede profonda. Ma, nell’ordito del testo, oltre ad una disponibilità eccezionale, ho visto e vedo come un itinerario dello spirito umano, che, dal superamento della solitudine, in cui scandaglia la propria anima, giunge a penetrare l’intimo del microcosmo umano e qui interrogarsi ed interrogare; insomma cercare una risposta o quanto meno, una speranza che qualcosa, almeno nell’uomo, non morirà: “ Sono la convulsione inquieta/ dell’essere che cerca/ un responso ai perché/ mai risolti/ …mi sovrasta una siepe/ di assurdi/ e come un fiume/ cerco il mare”, Versi questi, in cui si sente l’ansia verso l’infinito, il contingente come spinta emotiva, che avvia il poeta alla meditazione intorno al trascendente, la quotidianità come motivo di riflessione sull’Eterno e su quanto di eterno è nell’uomo e nelle sue aspirazioni. E Moreschini ama inventarsi l’itinerario più congeniale per percorrerlo, a suo modo, sino in fondo, con la volontà di non lasciare angoli inesplorati e non detti e di cercare “altre” dimensioni. Si spiega così, allora, il suo parlare per intuizioni, l’intensità del suo dettato poetica, la misura del dire, di volta in volta regolata dalla forza dell’intuizione, la potenza di ciò che è taciuto e lasciato solo intendere, quel saper cogliere verità dello spirito pur attraverso i fatti e le vicende dell’eterno quotidiano. Infatti basta un fatto, una visione reale, una nuvola, un’onda, uno squarcio di cielo, un albero perché l’anima del poeta, come libera dall’involucro umano, provi una sensazione di gioia-dolore per aver conquistato e perduto, nello stesso tempo, l’eterno, per attuare quel progetto di meditazione- contemplazione, in cui egli realizza la propria spiritualità, cercando di conciliare il contrasto egoismo- solidarietà, e, ad un tempo, tentando un’esplorazione dei motivi dell’eterna lotta dell’uomo con la triste anima del mondo: “ Morì il silenzio/ in un canto/ sovrumano./ Cadde il fango/ dai miei occhi/ e vidi mio fratello/poi un altro/ ed altri ancora…/ ed ora/ sono amore/ amore di vita./_…E’ il frantumarsi/ del muro dell’indifferenza/ della nostra incomunicabilità…/ è il fine d’una corsa/ pazza, cieca, forsennata/ del nostro io/ è promessa solenne/ d’uomini rinati…/_…Il nostro domani:è certezza di luce/ comune abbraccio/ camminare insieme/ e insieme, / felice divenire”. Quindi un itinerario che approda ai valori dell’uomo, una ricerca Agostiniana lungo un itinerario affascinante e malagevole, sotterraneo e segreto dell’insoddisfazione del travaglio tutto interiore, che cerca di individuare la giusta dimensione dell’uomo sempre più perennemente afflitto come per ancestrali ricordi di perduti Eden felici. Ma in tutto quel “loquire” tenero e struggente s’intravede un programma di vita tutto pervaso dello spirito di ecumenica fraternità, perché Moreschini non solo come poeta, si rivela, nel suo profondo io, uomo saturo di speranze e di profonda fede.

  1. Briganti –Periodico Aniene

Prefazione di:

Casa Editrice: Pier Luigi Rebellato-Editore

Anno di pubblicazione: 1976