Alessandro Moreschini - Poeta

Oltre il suono delle parole...

I N FLAUTO TRAVERSO

Carissimo ,

scusami per questa inconsueta e improvvisata premessa.

Il titolo stesso della raccolta che pongo alla tua attenzione, chiarisce che il tema preminente è ”il fallimento della politica”, ovvero dei politichesi, poiché come tu sai la politica vera è la medicina che è servita alle grandi e antiche civiltà sumere, greche, romane, per far crescere la società sul piano economico, sociale, culturale e ambientale.

Ho sentito, guardando il degrado di questa nostra Italia il dovere, sia pure a bocca storta “IN flauto traverso”, di denunciare il male che affligge quotidianamente la nostra Comunità ( SINFONIA) e redarguire (si fa per dire) il TU colpevole ( IN FLAUTO TRAVERSO) prendendo nel contempo atto della delusione dell’uomo che credeva nel domani e in un mondo migliore ( L’EROE CHE SOGNAVO). L’ultima parte dal titolo della raccolta “LEI” è riferito alla città di Tivoli mia citta’ di adozione” una città purtroppo, ancora murata”piena di antichi appetiti, dove di politica vera se n’è vista poca, mentre di politichese moltissimo.

Per quanto riguarda i brani: a poesie brevi, asciutte, sintetiche a volte quasi ermetiche si alternano brani scorrevoli dove spesso ricorrono rime e a volte sonetti. Potrai notare che alcune poesie come ad esempio “ Accidenti”sono versi sciolti, ossia ternari, quinari, settenari, novenari, endecasillabi..ma che ad un attento esame non sono altro che sonetti volutamente scomposti (ricomponibili) per dargli più respiro. Ciò vale anche per ”Arpeggio“Rapsodia” “il Nuovo”i “ Mass media””Il pane quotidiano”O bella ciao”, Ballata”. Questa operazione mi è sembrata utile per cercare di coniugarla con il respiro delle liriche brevi. Ovviamente padroneggia il sonetto perché è quella forma poetica adatta per poter esternare l’ironia, il sarcasmo,la rabbia, il diniego, nei confronti del malcostume. Anche le ripetute rime non sono gratuite ,ma volute.

Rileggendo attentamente il grande Leopardi, mi sono chiesto semmai avesse scritto qualche sonetto. Una forma di poetare sicuramente non consone alle tematiche da lui trattate per cui, per lui il sonetto, era una gabbia che gli stava troppo stretta…tant’è che con L’Infinito ha avuto la necessità di allungarlo di un verso!…(scherzosamente); nel caso mio,   assai utile, per evitare la prolissità.

Io resto il poeta della trasparenza espressiva, come diceva Marvardi ed anche tu, ossia delle poesie come “Panorama, Eroica, di Preludio, La Cattedrale, Diluvio, Santo subito,Semicroma,Poeticamente,l’eroe che sognavo,l’Altrove, Il sogno…”ed altre che potrai leggere, ma il poeta oggi ( i poeti della Mondadori, della Feltrinelli , della Garzanti sono muti..la sezione poesia non esiste più presso i distributori ) il poeta, ripeto, non può parlare solo alla luna e alle stelle e fantasticare, ha il bisogno di dialogare, di interrogare, e magari denunciare il proprio simile, perchè rinsavisca dalla pazzia…

Potrai notare inoltre che tutti i brani richiamano nei titoli la lingua universale: la musica a principiare dal titolo della raccolta IN FLAUTO TRAVERSO”…Preludio, Larghetto, Sinfonia, Minuetto, Adagetto…ecc Si tratta di trasmettere il messaggio: “ il parlamento parla e non agisce mentre l’Italia tutta impoverisce” messaggio ripetuto con qualsiasi suono, con qualsiasi strumento o tonalità, purché passi. La speranza è l’ultima a morire per un poeta che, anche se vecchio, scusa l’arroganza, sogna e spera ancora in una città : “La mia città è bella,/ piena di sole, /la gente è viva e parla ad alta voce” .

Non me ne volere.

Tengo assai alle tue impressioni e al tuo parere. Chissà se dovrò ancora una volta ringraziarti compiutamente per le tue accorte, sagge e convinte prefazioni soprattutto quella del Canto della memoria..Un abbraccio Alessandro

Prefazione di:

Casa Editrice:

Anno di pubblicazione: 2015